giovedì 20 gennaio 2011

Robinson Crusoe

Eccomi a rispondere ad una domanda piuttosto frequente: è difficile far crescere un bimbo in Africa?
No, non lo è....a parte il pediatra che manca e quindi ogni volta che c'è un problemino occorre mandare mail a conoscenti e pediatri amici e aspettare il primo che risponda. Evidentemente non sono problemi gravi ma dato che Emanuele è il primo siamo piuttosto inesperti e qui non è che ci siano grandi esperti.....L'altro giorno ho chiesto: quando cominciano a spuntare i denti? Risposta: a 9 mesi.....non so se è solo ignoranza o qui i bimbi sono in ritardo di sviluppo.
A parte questo e alla fortuna sfacciata di avere un figliolo che non piange praticamente mai e sta sempre bene (evidentemente tranne pochissimi e rari episodi) contribuisce alla semplicità della vita di tutti i giorni.
Sono in periodo di svezzamento, siamo insomma alle pappine per cui occorre un'ora di preparazione per far mangiare qualche cucchiaino all'erede. Sicuramente si trova meno qualità e quantità di cibo rispetto all'Italia e sicuramente non è contaminato da pesticidi, oli vegetali, o diossina..... qui i maiali sono magri che più non si può, direi quasi anoressici ma non ci sono malattie strane. La mucca pazza non esiste, esiste solo la mucca magra....Inoltre le prime pappine sono a base di mais e tapioca (manioca) che sono coltivazioni di Tshimbulu. Evidentemetne niente sostanze tossiche o prodotti chimici per ingrassare il terreno. Tutto biologico al 100%. Io comunque per far prima mi sono portata qualche farina dall'Italia, l'unica biologica certificata è quella della Coop (si può fare pubblicità in un blog?)ma non è certo a Km zero, anzi...
E con i pannolini? Diciamo che sono un mix di modernità e risorse presenti sul posto. In altre parole qui pannolini non ce ne sono, occorre farli arrivare da Kinshasa (la capitale, che si trova a 1 ora e mezza di aereo e 4 ore di macchina da qui). E allora come si fa? Arriva la tecnologia tedesca a darmi una mano: Popolini!!!

una vera rivoluzione. In poche parole ciripà moderni: si lavano in lavatrice e non inquinano.
Sono una mamma "Robinson Crusoe" più fortunata del naufrago perché vivo in una specie di isola, non proprio deserta ma difficile da raggiungere. A differenza sua posso usufriure della tecnologia. Meglio di così...

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